SPEDIZIONE A VRTIGLAVICA LA GROTTA CON IL POZZO PIU’ PROFONDO DEL MONDO

Siamo appena ritornati dal Canin nel suo versante sloveno ad iniziare le riprese della discesa di Vrtglavica la grotta con la verticale più profonda del mondo. Il suo nome tradotto dallo Sloveno non significa “Grotta di..” o “Abisso del..” semplicemente il nome VRTGLAVICA significa VERTIGINE, infatti con i suoi meno seicentoquarantatre metri di profondità di cui un pozzo unico di -500 metri essa detiene il record della grotta con la verticale più alta del mondo, pensate che è così profonda che non si sentono i tonfi dei sassi o di altro materiale che dovessero precipitare verso il fondo.. Ma Vrtiglavica detiene anche un altro aggiaciante record quello di avere sospeso un giacciaio pensile sopra la tua testa che fa da imbuto e nello stesso tempo da punto di accesso alla voraggine.
Di seguito abbiamo riportato l’articolo della spedizione tratto dal sito www.canisciolti.biz scritto da Fabio Bollini che oltre ad essere l’autore è anche l’organizzatore.
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Resoconto prima discesa / 19-22settembre 2013

Si è conclusa domenica la prima parte della spedizione a VRTOGLAVICA (Kanin), il pozzo in grotta più profondo al mondo, seicentoquarantatre metri d’inferno di roccia e ghiaccio. L’obbiettivo della spedizione, oltre a quello di tornare a casa vivi, era quello di riprendere l’intera discesa, raggiungere il fondo, e raccontare in un video la bellissima storia che si cela dietro alla scoperta di questo incredibile abisso.

La discesa però è stata purtroppo momentaneamente interrotta a -430 circa, quando ormai avevamo superato i passaggi più difficili, a causa di una colossale frana, partita senza alcun preavviso, e che ha scatenato a sua volta una reazione a catena, frantumando poco sotto un enorme seracco sospeso. Il tutto poi precipitando esattamente sulla verticale dell’armo.

La fortuna ha voluto che Giuseppe Paolini avesse appena superato l’imbuto ghiacciato (punto critico a -100), che Maurizio Calise (Mau) e Romeo Uries fossero ancora al riparo sotto uno scavernamento di ghiaccio (“grazie Repetto che hai armato proprio li”) e che il sottoscritto (Fabio Bollini) dopo una libera di 100 metri, stesse armando sotto una piccola sporgenza, alla profondità approssimativa di -430.

“Il treno di massi e ghiaccio precipitato infatti, é passato esattamente sulla libera dove cinque minuti prima ero sceso. Per quello che ho avuto modo di capire, non avrei avuto alcuno scampo, come non lo avrebbero avuto i miei compagni sopra, gli enormi blocchi di ghiaccio precipitati avevano dimensioni di motociclette! Per dare un idea del materiale caduto, posso dirvi che la scarica è andata avanti per circa 6-7 secondi, confermata poi anche dalla registrazione audio (purtroppo in quella video si vede poco e nulla) della videocamera GoPro che Giuseppe aveva accesa e montata sul casco.
Dopo averla scampata così, sono subito risalito alla velocità della luce scongiurando che l’armo fosse ancora integro. Ho potuto notare durante la risalita, i residui di neve fresca ancora sulla corda, segno inequivocabile che la scarica, con tutto il suo contenuto era passata proprio di lì”.
Bisognerà ora recuperare il materiale abbandonato a -400 e riprendere la discesa ancora più spostati. Con ogni probabilità, l’abbondante acqua di fusione presente in grotta, dovuta al perdurare delle alte temperature, scatena in questo periodo frequenti fenomeni di crollo.
La squadra tuttavia non si è data per vinta, e al momento giusto riprenderemo la discesa. La cosa positiva poi, come dice Mau, è che una volta arrivati sul fondo, per uscire avremo solo un pozzo!”

Hanno partecipato alla spedizione:
Marco Repetto, Lino Bedini, Fabio Bollini, Romeo Uries, Maurizio Calise “Mau”, Augusto Rossi, Simona Menegon, Alessandra Giura, Paolini Giuseppe

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