In grotta si ballerà il Tango?

Grazie ad una collaborazione che sta nascendo tra l’Associazione Culture Sotterranee e la prestigiosa Università di Zurigo sulle tecnologie di visione artificiale che rivoluzioneranno il nostro modo di percepire l’ambiente circostante, abbiamo avuto la possibilità di provare insieme a Davide Scaramuzza, giovane ed eminente scienziato, docente nell’ateneo svizzero, nonché ternano doc, il Google Tango, il telefono della Google di prossima generazione che sbarcherà nel marcato nel 2015. Ma cosa ha di così importante questo telefono, visto che in grotta come tutti gli speleologi sanno, neanche funzionerebbe? Ebbene questo smartphone è dotato di sensori di visione, sensori inerziali e sensori di profondità che gli permettono di mappare in 3d l’ambiente circostante e di tracciare il percorso nello spazio. Queste funzioni sono alla base di quello che noi speleologi facciamo manualmente in grotta, cioè il rilievo ipogeo. Le tecnologie che sono racchiuse in Google Tango sono frutto degli ultimi venti anni di ricerca nel campo della robotica, della visione artificiale e delle missioni spaziali, tecnologie che hanno nomi come visual odometry, structured ligth depth sensing, MEMS inertial sensors, computer vision. La prova che abbiamo eseguito, seppur breve, ha avuto lo scopo di testare sul campo il grado di precisione del dispositivo, tramite l’esecuzione di un loop, o richiusura a cerchio, di un percorso. I risultati sono stati strabilianti, il dispositivo senza ritardi mostrava sullo schermo la traiettoria che percorrevamo e ricostruiva tramite gradiente di colore il 3D dell’ambiente circostante.Con questa prova, benché non esaustiva, Culture Sotterranee sancisce l’arrivo di nuove tecnologie, che anche se non sono nate per l’ambiente speleologico, lo influenzeranno molto nel prossimo futuro.

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