Termografia ipogea HD

Sperimentare è la parola d’ordine per Culture Sotterranee. Il nostro mondo, quello della Speleologia non deve restare al palo di fronte alle sviluppo di nuove tecnologie, che seppur nate per gli scopi più disparati, possono a volte rivelarsi utili anche nel campo dell’esplorazione del mondo sotterraneo.

Al di là del risultato che può essere o non essere positivo, l’importante è abbattere le barriere mentali che a volte ci “ingessano” in un modus operandi di un nostalgico tradizionalismo, che in effetti tradisce il vero spirito della nostra disciplina che dovrebbe essere esplorazione ricerca e conoscenza.

Con questo spirito ci prepariamo alla prossima sperimentazione: una sessione di test di termografia in ambiente ipogeo utilizzando una termrocamera HD ad infrarossi di ultima generazione.

Lo scopo del test, organizzato con la collaborazione del Gruppo Speleologico Terre Arnolfe di Cesi, è quello di verificare se lo strumento riesce ad individuare variazioni di temperatura della roccia dovuti a raffreddamenti o riscaldamenti generati dalle accelerazioni dei flussi d’aria prossimali a restringimenti delle sezioni di passaggio tra ambienti a volumetrie differenti. Se lo strumento fosse in grado di rilevare le piccole variazioni di temperatura sarà possibile individuare, in alcuni limitati casi, dove l’aria si incunea.

Uno dei fenomeni più frustranti per uno speleologo è quello di perdere l’inseguimento del flusso d’aria dopo essere entrato in un grande ambiente.
Spesso questa operazione richiede molto tempo ed esperienza e generazioni di speleologi stanno perdendo la salute fumando sigarette in grotta per inseguirne le deboli volute di fumo prodotte.

Benché qualche articolo è stato scritto a tal proposito da Badino, noi non conosciamo letteratura scientifica su questa disciplina tant’è che viene da pensare che la termografia in ambiente ipogeo non è stata mai completamente sperimentata, forse perchè si hanno dubbi se teoricamente il metodo funzioni poiché la temperatura di una grotta è fortemente stabilizzata dalla presenza di acqua e le variazioni di temperatura non apprezzabili strumentalmente.

Cosa cè di nuovo allora nella prova che vogliamo fare?
La termocamera che utilizzeremo è di nuova generazione, essa è di tipo HD, con un sensore di derivazione militare e con una sensibilità molto elevata, pensate che durante i test si dovranno indossare dei teli termici per schermare l’emissione di calore dei notri corpi che influenzerebbero la misura anche a metri di distanza dalla termocamera.
Lo strumento sarà utilizzato da un esperto termografo che insieme a noi scenderà in grotta, Claudio Longagnani di Modena, che ha accettato con entusiasmo di aderire al nostro progetto.

A breve quindi i risultati di questi esperimenti, che ci diranno se la tecnologia attualmente disponibile nel campo della termografia può essere d’aiuto alla ricerca speleologica.
Il test sia in caso positivo o negativo sarà comunque un successo.

Per chi volesse sapere qualcosa in più sullo strumento che utilizzeremo clicca sul seguente link:
ThermaCamSC640

Per chi invece avesse informazioni su sperimentazioni simili, ci contatti pure per collaborazioni.

Termocamera ad infrarossi

Termocamera ad infrarossi